poiesis

estratto da: Otranto - il Luogo delle Parole - dialogo virtuale sulla scrittura di pietra - di Francesco Pasca. Edizione il Raggio Verde srl ISBN 978-88-89663-42-4

IL PALINDROMO DI PANTALEONE


“perché, nella cattedrale di Otranto, importante nodo e strategica posizione geografico-religiosa, non vi è traccia del Quadrato Magico?”

L’esistenza, in una precedente pavimentazione, di venticinque simboli nel presbiterio è dato dalla ragionevole “certezza” che solo sedici icone erano le più rispondenti ad un volere del vecchio Pantaleone in linea con le aspettative culturali del momento.
Questa certezza, è dettata dalla presenza del quarto simbolo notevolmente più piccolo e quinta parte del tutto.
La soluzione adottata dal monaco Pantaleone nella cattedrale di Otranto, nell’utilizzare il palindromo, può essere stata un’ulteriore sua esemplificazione.
L idea, nasce dall aver comparato il bassorilievo, rappresentato nella facciata della chiesa di S. Lucia a Magliano de Marsi presso LAquila, con l’icona della cosmologia nel presbiterio di Otranto. Più precisamente il quarto dei sedici simboli guardando dalla navata centrale.

Oltre allaver individuato la sua straordinaria somiglianza con il bassorilievo di Magliano de Marsi, ritorna strana, come già detto: la diversa dimensione rispetto agli altri quindici simboli; la diversa resa stilistica del manufatto; il non allineamento dellintera cosmogenesi, di cui, il particolare, ne fa parte, con il restante mosaico della pavimentazione nella navata; la coincidenza, nella sua dimensione, in un riporto di cinque parti sul tracciato, sia in orizzontale che in verticale ed ancora la presenza della dicitura PASCA immediatamente sotto. L’osservazione, da aggiungere ad unaltra, quella di REGINA AUSTRI, in apertura della composizione partendo da sinistra.
Questultima, stilisticamente e chiaramente collocata da mano differente, perché arretrata rispetto al piano iconografico dellintera cosmogenesi, con il quarto simbolo anzi detto.
Il monaco Pantaleone, di fatto, con le sue combinazioni di icone su pietra ci dà la prova provata della conoscenza del palindromo, nonché della sua applicazione, attraverso l’utilizzo di una lettura grafica, così come recitata, di contro, in forma letteraria, dello stesso. Tutto questo dà la probabilistica possibilità di un rimaneggiamento, della pavimentazione già esistente, da parte di Pantaleone.
La scelta delle sedici icone era, altresì, dettata dal dualismo perpetuo del numero otto. Infatti, lottavo simbolo della cosmogenesi, induce a volgere il tuo sguardo a sinistra in alto, fuori per spiegarne il motivo.

Nellosservare la “firma” lasciata da Pantaleone, non si può non rievocare e non tornare a sottolineare quel legame con il Palindromo.
Questa celtica, è il suggerimento di lettura di una matrice di sedici nella quale, per ragioni che più avanti spiegherò, è la semplificazione della matrice di venticinque.
Proviamo a seguire questo ragionamento.

Seguendo landamento delle sue linee, sovrapponiamo il grafico allegato ai sedici elementi della cosmogenesi. Teniamo conto, quindi, della vera natura del Sator, del suo utilizzo come misuratore del tempo (studi in atto lo confermano); non a caso è la rappresentazione della cosmogenesi, nonché l’inizio di tutte le cose in cui sono evidenti: la presenza dello spazio cosmico con le rappresentazioni della volta celeste e le costellazioni, nonché il richiamo, nell’Albero della Vita, ai dodici mesi dell’anno.
Infatti, il TENET è in corrispondenza con: lalbero dai frutti pendenti, i cui rami, seguono ed ancor più ne assecondano le indicazioni di lettura proposte; lasino con larpa, da alcuni descritto come il centro motore nel nostro universo con le sue corde evocherebbe un sistema concentrico che, con il suono di quellarpa, è paragonabile a quel «rumore di fondo» della creazione; i due cani festosi racchiudono ed amplificano quel «rumore»; lairone, il polpo ed infine, in basso, lalbero del peccato con il serpente che lavvolge.

Leggiamo, inoltre, le due costellazioni del Cane Maggiore e del Cane Minore, tramandati a noi come i due cani del cacciatore Orione con la presenza di Sirio ed ancora, è riconoscibile la costellazione della Lira con la presenza di Vega che già, come risaputo, 12000 anni fa svolgeva il ruolo di stella polare, a causa della precessione dellasse terrestre.
Ora, andiamo ad individuare quel TENET verticale e ritorniamo ad osservare i sedici circoli della cosmogenesi.
Quanto ci propone Pantaleone, è segnato con la direzione delle tre inflorescenze, “frecce”, suggerite dall’icona situata, in basso a destra, in corrispondenza di “REGINA AUSTRI”.
Da questa proposta di lettura, osserviamo: il primo simbolo è La regina di Saba, il suo opposto diagonalmente è lenigmatico animale con piedi deformi.
Di questultimo, sembrerebbe chiara lallusione alla storia della Regina, il cui anagramma di REGINA AUSTRI rivelerebbe IRSUTA NIGER.
Il secondo simbolo è il re Salomone, il suo opposto, diagonalmente, è Adamo.
Il terzo simbolo è la sirena bicaudata, il suo opposto è Eva.
Il quarto simbolo è il grifone con la dicitura “PASCA”, L’ORIGINE della Legge, il suo opposto diagonalmente è un toro, IL NUOVO. Adesso, notiamo la strana collocazione del simbolo in cui si è rappresentato, lottavo, quest’ultimo non segue l’allineamento, ma suggerisce una traslazione verso il basso, portando quindi il simbolo ad essere ulteriormente osservato e messo in corrispondenza delle ipotetiche immagini innanzi descritte e teso a comunicare quel TENET, principio e fine della conoscenza, con la possibilità di dominarla. Da tutto questo, seguendo landamento dellintreccio celtico è evidente la possibilità di individuare una Croce greca intersecata da un quadrato a sua volta evidenziato mediante i suoi quattro, circolari, cantoni.
Il Tutto è dato da quella capacità di selezionare immagini e proiettarcele sino ai nostri tempi, sempre mutevoli ed al contempo identiche, dimostrando che il palindromo non è un’applicazione solo letteraria ma, può rivelare anche la sua natura iconografica dal momento che il suo vero utilizzo è esclusivamente nella lettura così come suggerita dallo stesso, diagonalmente, sino all’esaurimento temporale del suo ciclo.

Francesco Pasca

Poesia

E narro

(Francesco Pasca)

e scorro
su sovrapposta
immagine di te
in me
impressa

e narro

d'insieme in uno
più d'uno su frattale
mediana virtuale
di te
in me riflessa

e scorro

lento nel mio
tuo percorso
frappongo in te
...
[Continua]

poiesis

  • 06/08/2008 10:57:00
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