Che dire dei Triste Colore Rosa se non che sono una band che si è formata come si formano un po’ tutte le band, che si è evoluta come si evolvono un po’ tutte le band e che vive la musica come la vivono un po’ tutte le band?
Io suono con te, tu fai lo stesso con me, come già nel vecchio gruppo, si cerca il batterista, guarda che mio cugino suona la batteria, ah ok prendiamolo, ci manca il bassista, mettiamo un annuncio in rete e vediamo chi ci risponde, proviamo qualcuno, sì, questo è buono, e siamo già nella pancia del 2006, buttiamo giù un po’ di pezzi, le cover? no quelle non le facciamo, una o due al massimo, ma no dai lasciamo perdere, la prima esibizione, poi la seconda, la decima, registriamo una demo, la diamo agli amici e a chi ci segue, e la demo è già vecchia, i suoni sono migliorati, la strumentazione è cambiata, bisogna registrare di nuovo, intanto suoniamo ancora in giro, al Circolo con Moltheni e Pipitone, a Milano per Rock Targato Italia, i microfoni in sala prove e poi in cuffia tutte le volte a sentire quello che suoniamo, le canzoni nuove, riarrangiamo quelle vecchie, lavoriamo bene sulla struttura dei pezzi mi raccomando, quando è il prossimo live?
Ma che dire dei Triste Colore Rosa se non che sono una band che si è formata come si formano un po’ tutte le band, che si è evoluta come si evolvono un po’ tutte le band e che vive la musica come la vivono un po’ tutte le band?
Non scorgiamo ora l’utilità di parole che ci raccontano, ci piacerebbe molto che la musica parlasse per noi...