ksenjaLaginja

Non credo al compromesso, all’illusione che porta con se. Credo che ogni cosa non sia fatta di sfumature di grigio, ma di colori accecanti, di pulsioni, battiti irregolari. Credo nei sogni, nell’emozione pura che può nascere solo da un cuore altrettanto puro. Non credo nell’illusione della vita. Credo che la vita abbia un cielo di coltelli pronti a cadere, a ferire. Credo che l’acqua sia l’unica cosa in grado di purificare e che non esista nient’altro di più puro. Non credo alle parole facilmente assimilabili, nelle immagini preconfezionate, che fanno stare bene. Credo nella rivoluzione del cuore. Credo nella violenza delle parole, nella loro intima solitudine, nel sangue che sgorga dalle nostre mani, nelle scarpe che fanno male, consumate sulla strada. Non credo alla normalità come norma, credo ad essa in quanto nuova forma di follia. Non credo all’inganno del consumo, alla scelta condizionata, alla strada giusta. Esistono infinite strade a perdere. Credo nell’innocenza, alla sua totale mancanza nell’uomo. Credo ai cieli neri, alla morte e al suo inganno. Credo nell’amore incondizionato che riempie il cuore, che rende la vita migliore. Non credo all’odio fine a se stesso. Credo alla distruzione del già detto, visto, fatto. Non credo all’utopia di un mondo migliore. Credo solo in me stessa.
Sono interessata alle contaminazioni di ogni genere: nulla esclude laltro. Scrivo poesie e racconti da circa 15 anni: mi interessano le parole, la loro liberazione dalle costrizioni/costruzioni accademiche. Mi interesso di video, musica, architettura e grafica. Produco una fanzine che si chiama NEOPRENE (mix-collage di testi+immagini+recensioni), e mi autoproduco libretti di poesie e racconti.

  • Libri Libri
  • Bukowski, Burroughs, Ginsberg, Neruda, John Fante, Rimbaud, Baudelaire, Orwell, W. Gibson, Cyberpunk, Nietzsche, la beat generation
  • Musica Musica
  • Bauhaus, Virgin prunes, Lydia Lunch, Einstuerzende Neubauten, siouxsie and the banshees, Die form, Laibach

Amici

Poesia

UNA FERITA ACCESA

(Ksenja Laginja)

E‘ qualcosa che ti attraversa il petto
come una lancia,
sfiorando le costole una ad una,
illudendole nel loro tragico destino,
mentre il cuore continua a pompare energia,
e le gambe non sostengono il respiro,
troppo pesante, doloroso, indolente.
Una ferita accesa che germina nuovo dolore
che penetra a fondo nella bocca,
sotto la lingua,
tra i denti,
che sfugge al primo sguardo:
radicata così in profondità
da essere quasi invisibile.
E il cuore lo sa quanto dolore
può vivere nella testa,
circolare nel corpo
attraverso le vene,
e spurgare attraverso le lacrime.
...
[Continua]

ksenjaLaginja

  • 14/09/2008 12:23:01
  • Commenti 0 Preferiti 0 Visite 1210