L'orco

C’era una scuola
ed intorno il suolo sterrato
poco distante c’era una casa
dove viveva l’orco custode.
C’era una scuola ed una casa
e un po’ più in là
c’era un giardino d’erbaccia cresciuta
in mezzo all’erbaccia una baracca nera.
Nei giorni di caldo
saliva la polvere smossa tendente all’alto
al passaggio di piedi o ruote d’auto
saliva la polvere arrivando al naso.
C’era una scuola, una casa
un giardino ed una baracca
ed in tutto questo
viveva il custode
un uomo d’età e d’animo scuro.
Una domenica prese per mano
una tenera bimba di quattro forse cinque anni
una bimba che dentro di se
aveva parte del sangue dell’uomo.
La teneva per mano tirandola
e camminando sullo sterrato
giunse al giardino d’erbaccia
e poi alla baracca nera.
Prese la bimba e gli spinse in bocca la lingua
prese il suo pene e lo adagio nelle mani innocenti
e nel mentre la sua mano d’orco
lentamente scivolava tra le gambe dell’angelo.
Da quella domenica successe altre volte
ed il figlio dell’orco anch’egli
fu dell’infame rito protagonista
nel mangiare parte della loro famiglia.
La bimba indifesa non riuscì mai a far nulla
e nessuno s’accorse di ciò che più volte successe
ne i genitori intenti a far nulla
ne la moglie dell’orco e madre dell’altro.
Passando il tempo
la bambina crebbe
e ne l’orco ne il figlio
provavano più piacere.
Non so l’inizio e neanche la fine
quell’orco ormai vecchio
giace morente in un letto
divorato da un tumore
lentamente muore
e forse si pente
e forse neanche ci pensa
d’aver distrutto il sorriso ad una bambina.
C’era la scuola nel mezzo
d’un suolo sterrato
poco più in là
c’era una casa
c’era un giardino d’erbaccia cresciuta
c’era nel mezzo una baracca nera
c’era un orco d’età
c’era suo figlio
c’era una bimba senza sorriso
c’era una famiglia con gli occhi chiusi
c’era un vizio disumano
c’era un segreto orrendo.
C’è una donna stupenda
c’è un angelo senza ali
c’è un paio d’ali buttati in terra
nel giardino d’erbaccia fuori la baracca nera.
Ho visto quell’angelo
l’ho guardato negli occhi
ho preso dalle sue parole il dolore
l’ho fatto mio
e con quell’angelo quel dolore solo io ho condiviso.
C’era la casa vicino la scuola,
c’era la terra a fare da suolo
c’era l’erbaccia e la baracca nera
c’era il custode
c’erano tanti bambini.

  • Utente:
    gasarivolta
  • Autore:
    GaSaRivolta
  • Data:
    10/07/2009 22:51:03
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