Amore... Amori ...
Certo narrare di ripetute disfatte sentimentali potrebbe sembrare un patetico tentativo di rivalsa nei confronti di chi non ci ha saputo amare (o che semplicemente non lo ha voluto), potrebbe sembrare un infantile smacco, una sciocca scelta lessicale che li convincesse di aver sbagliato a non amare (o che li lasci indifferenti, come capita il più delle volte).
Ma dei non amori bisogna raccontare!
Di quegli innesti di strani sentimenti che poco hanno di assoluto, di questi bisogna interessarsi, per poterli riconoscere, e volerli vivere (a meno che non si sia arrivati a un’ossessione per la quale l’accontentarsi pare l’unico modo di realizzarla).
Questi solo io voglio ricordare, perché solo questi ho imparato ad apprezzare, solo per il loro ardore ho continuato a cercare; solo loro voglio ringraziare.
E che siano una o centomila gli amori di una vita non basta il poterli chiamare, non serve conoscerne il nome; non si presenteranno all’appello del domani per farsi riconoscere, non ci accompagneranno per il futuro (ma pare sia loro il merito di un futuro scelto).
Svaniti, consumati da eventuali sostituti, dal quotidiano non pensare a tutto quello da loro ricevuto, dall’eterna coscienza di portarseli addosso, tra le mani, nei passi, tra le ciglia e gli occhi, nei giorni e nelle notti, per poi ricordarli senza mai dimenticarli.
L.L.
