A Guido Gozzano, in omaggio alla ""Signorina Felicita, ovvero la Felicità""

E quando lessi,
per la prima volta,
un tuo celeberrimo poemetto:
""La signorina Felicita, ovvero la felicità"",
ero quasi una bambina,
ma l'incanto, coglievo nei tuoi versi
della semplicità

e allora che leggevo,
senza che alcuno mi spiegasse,
mi emozionavo notando,
come poesia e prosa,
diventassero un tutt'uno.

E nelle linee morbide,
nelle tonalità soffuse
di una leggera malinconia,
sentivo la tua voce, poeta.

Com'era suggestiva ""Villa Amarena""!
La casa della tua innamorata,
amata anche da te Guido
e certamente, la tua donna ideale:
non bella, ma solare,
il volto soffuso da efelidi, la bocca larga
e gli occhi suoi sinceri, azzurri,
""di un azzurro di stoviglie"".
Signorina Felicita, mi chiesi:
sei davvero esistita?

Ritorno a villa Amarena,
e voglio confidarti una cosa,
carissimo Guido:
da bimba avevo un giardino,
non so se grande o piccolo.
Amavo come te aromi e profumi
e con la mamma ben volentieri,
starmene in cucina, a respirar gli odori:
di basilico, d'aglio, di cedrina...

O quante analogie,
fra Te e me, poeta,
eccetto quella brutta malattia
che ti perseguitava...
Eccetto l'ironia con la quale,
hai tu sconfitto la morte.
Sei stato un giovane forte,
Guido Gozzano.







  • Utente:
    Giuseppina
  • Autore:
    Giuseppina Iannello
  • Data:
    08/09/2008 18:38:54
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